Archivi del mese: settembre 2013

intervento di Italia Nostra TV a difesa delle mura cittadine

Pubblicato in data 14/set/2013

TREVISO – E dice no a nuovi parcheggi in centro anche Italia Nostra. Di fronte al progetto di trasformare il bastione ex Camuzzi in un park multipiano, l’associazione chiede l’intervento del ministro dei beni culturali Bray. – Intervistati: BERTO ZANDIGIACOMI (Vicepresidente Italia Nostra Treviso), ROMEO SCARPA (Presidente Italia Nostra Treviso) – Servizio di Angela Pederiva, riprese di Angela Pederiva, montaggio di Alessandro Granziera

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intervento di don Albino Bizzotto al consiglio regionale veneto

Un grazie molto sentito e sincero al Presidente Clodovaldo Ruffato e un saluto molto cordiale a tutti voi. In questi giorni ho pensato molto a questo incontro per dare al grido del digiuno non un significato di contrapposizione, ma di coinvolgimento. Lo sapete che il digiuno prolungato mette le persone in uno stato di grande debolezza fisica per cui costituzionalmente si ha bisogno degli altri e qui anche istituzionalmente. Voi forse vi aspettate che venga subito al nocciolo per quanto concerne la nostra Regione, il campo dove lavorate come nostri rappresentanti. Invece sono obbligato da un’altra partenza. Non spetta a me e nemmeno  sono competente per suggerire soluzioni tecniche. Ho scelto di esporvi il mio travaglio, senza pretese, ma con grande schiettezza pur nel rispetto e nella riconoscenza per quello che ognuno di voi cerca di realizzare per il bene comune. (Tenete presente che da anni la mia attività si muove su due versanti: quello sociale con le situazioni più povere e precarie. Nello specifico oggi con le persone che hanno perso il lavoro e il settore dei sinti e rom; sul versante politico alcuni interventi di interposizione nonviolenta in zone di conflitto armato ed educazione alla nonviolenza e alla pace;  anche conoscenza e partecipazione alle attività di molti comitati ambientali grazie al servizio di informazione con Radio Cooperativa. Il mio digiuno è partito alla chetichella la sera di ferragosto, ma è stato come avessi levato il tappo a una bottiglia. Esiste una sofferenza diffusa per quanto concerne le scelte ambientali. Non avrei mai pensato che il digiuno sarebbe stato scelto come modo di impegnarsi per l’ambiente e per sensibilizzare la popolazione. Vengo al mio percorso. Quello che mi ha scioccato da due anni a questa parte sono due dati uno generale e uno locale.

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serata a Giavera su crisi e bioedilizia

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assemblea nazionale a Padova del coordinamento Agende 21 Locali

scheda di adesione al link http://www.a21italy.it/IT/index.xhtml

PROGRAMMA

 

LOGISTICA

 

INFO

api e pesticidi

La Tribuna di Treviso – Andrea De Polo – 04 settembre 2013.

SUSEGANA – Ecatombe di api dopo il trattamento con i pesticidi. Un apicoltore di Susegana, Severino Saccon, ha presentato denuncia ai carabinieri: «In 60 anni, mai vista una cosa del genere». Danni per migliaia di euro alla produzione di miele. Il 90% delle sue api è rimasto soffocato dopo aver prelevato il nettare dai fiori di un prato vicino a un vigneto appena trattato: «Sono morte le bottinatrici, le api che raccolgono i pollini. Le ho trovate con la lingua fuori, soffocate: le api addette alla pulizia le avevano portate fuori dagli alveari». Sarà l’Istituto Zooprofilattico di Padova a stabilire le cause della morìa. I carabinieri di Susegana indagano sul nesso con i trattamenti sul vigneto. Ma secondo l’apicoltore ci sono pochi dubbi: «La sera prima il vigneto era coperto da una nuvola di vapori chimici». I fatti risalgono a Ferragosto. Saccon è proprietario di 47 arnie di api, che alleva in due siti diversi: uno dietro casa, a Susegana (dove non si è registrata una simile ecatombe), uno in mezzo ai vigneti, a Ponte della Priula. Domenica 18 agosto Saccon scopre che davanti alle arnie di Ponte della Priula si sono accatastate migliaia di api morte: arrivate all’alveare già avvelenate, sono morte all’interno, e portate sul “balcone” dell’arnia dalle api addette alla pulizia. L’apicoltore a questo punto parla con un vicino, che gli conferma di aver assistito, la sera di venerdì 16 agosto, a un trattamento particolarmente “pesante” sui vigneti adiacenti, che distano circa 200 metri dal prato in cui le api si rifornivano di pollini e nettare. In particolare, si sarebbe trattato di uno degli ultimi trattamenti della stagione, contro la cicalina della vite. E la deriva dei fitofarmaci avrebbe spinto i prodotti chimici, velenosi per gli insetti, un po’ più in là, fino a contaminare i fiori su cui si posavano le api. «Ho subito raccolto alcune api, aspetto che da Padova mi dicano da cosa sono state avvelenate», spiega Saccon. «Solo tra qualche mese potrò vedere quante arnie saranno del tutto inutilizzabili, e potrò quantificare il danno. Faccio questo mestiere tra tanti sacrifici e passione, è un brutto colpo». Non è la prima volta che, durante la stagione dei trattamenti, si verificano simili morie: «Ma al massimo perdevo il 10% delle api. Stavolta l’ecatombe riguarda oltre 10 mila insetti».

 

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 6 SETTEMBRE 2013 – Pesticidi uccidono le api: risarcito con 15 mila euro.

Indennizzato con 15 mila euro per la morte delle sue api dopo che era stato eseguito un trattamento con fitofarmaci sul vigneto a pochi metri dalle sue 45 arnie. Mentre una nuova moria di api si è verificata a Susegana, un apicoltore di Revine Lago, Ernesto Moz, a due anni dal fatto, e dopo aver avviato un’azione legale, si è visto indennizzare il danno subito dalla compagnia assicurativa della ditta agricola proprietaria del vigneto. Era il giugno 2011 quando il 30% delle sue api morì, dopo che era stato eseguito il trattamento contro la cicalina sui vigneti nei pressi del campo sportivo di Revine. Qui l’apicolture aveva 45 delle sue 150 arnie. Violando la legge regionale, l’azienda agricola aveva trattato le piante senza prima procedere allo sfalcio dell’erba. Sui fiori contaminati si erano quindi appoggiate le api che, una volta ritornate nell’alveare, erano morte. Una prima moria il 20 giugno: le api non avevano più fatto ritorno nelle arnie. Una seconda il 28 giugno: Moz aveva trovato il 30% delle sue api morte fuori dagli alveari. L’apicoltore aveva denunciato il fatto al servizio veterinario dell’Usl 7, quindi le api erano state prelevate e inviate per opportune analisi all’Istituto Zooprofilattico di Padova. «Le analisi effettuate – spiega l’avvocato Gianni Lorenzetto, legale di Moz – hanno confermato la presenza di pesticidi clorurati nelle api, oltre ad accertare che la società agricola aveva usato un pesticida, l’Actara 25, il cui componente è la Thiamethoxam, nocivo per le api». L’avvocato Lorenzetto ha così avviato una pratica legale contro la società agricola evidenziando per il suo assistito, produttore biologico, danni per 15 mila euro. L’azienda, citata in giudizio da Moz, ha a suo volta citato la sua compagnia assicurativa che, con un atto di transazione, cioè un accordo extragiudiziale, ha risarcito con 15 mila euro l’apicoltore revinese. Sulla questione moria delle api, dopo i recenti fatti, interviene con preoccupazione il WWF AltaMarca: «A maggio la Commissione Europea ha deciso di imporre agli Stati membri di revocare o modificare entro il prossimo 30 settembre le autorizzazioni esistenti di tre insetticidi considerati dannosi per le api, tra questi il Thiamethoxam. Da notare però che l’Italia è stata tra gli otto Paesi che hanno votato contro questa proposta».