Archivi del mese: ottobre 2014

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Tavolo Nazionale Contratti di Fiume, a Venezia

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conferenza su pesticidi

pesticidi

comunicato stampa Forum Italiano Movimenti per l’Acqua

Comunicato stampa. Ormai è il Decreto “SPORCA ITALIA”: contaminazione auto-certificata dagli… inquinatori e “modello MOSE” fatto “sistema”.
In Commissione addirittura cambiata e peggiorata una norma sulle bonifiche introdotta solo due mesi fa nel Decreto Competitività. Solo la decadenza del decreto può salvare il paese da nuovi scandali. Lo “Sblocca Italia» dopo “Sblocca trivelle” ora diviene “Sporca Italia”, viste le norme introdotte sul tema delle bonifiche, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche sia per la corruzione sul tema dei rifiuti sia per la verifica del livello di contaminazione delle aree inquinate. Il passaggio in Commissione Ambiente della Camera ha ulteriormente peggiorato gli artt. 33 e 34 che, teoricamente, dovrebbero riguardare le bonifiche e in generale la riqualificazione delle aree urbane. La maggioranza è riuscita a ritornare di nuovo su una norma sulle aree inquinate introdotta solo due mesi fa con il Decreto Competitività, a dimostrazione della fretta con cui il Governo e la maggioranza stanno provando ogni strada pur di nascondere sotto al tappeto la polvere contaminata di vaste aree del territorio favorendo gli inquinatori. Questa norma – l’art. 242 bis inserito nel Testo unico sull’Ambiente – prevede incredibilmente l’autocertificazione da parte dell’inquinatore del livello di contaminazione che ha prodotto nei terreni di sua proprietà! Un settore già permeato dalla criminalità sostanzialmente si auto-assolverà visto che sarà semplicissimo ottenere la certificazione di avvenuta bonifica senza aver rimosso neanche un granello di sostanza pericolosa. Infatti basterà auto-certificare inizialmente la presenza di una sostanza (ad esempio, il boro, magari neanche riscontrata sul sito) meno pericolosa di quelle realmente presenti (come, ad esempio, la diossina) per avere grandissime chance di farla franca senza rimuovere la fonte di pericolo. Infatti i controlli successivi si faranno esclusivamente sull’elenco delle sostanze e sui punti di prelievo proposti dall’inquinatore (il piano di caratterizzazione), su cui scatterà il silenzio assenso delle autorità entro 45 giorni. Passata questa scadenza l’ente pubblico controllerà solo i parametri indicati dall’inquinatore! Quindi se l’inquinatore sosterrà che nel sito vi era la presenza solo di boro (mentre realmente era presente la diossina) si cercherà solo il boro, che magari neanche c’era in origine e quindi non si troverà nei controlli dopo le attività di finta bonifica. A quel punto la (falsa) bonifica avrà l’ufficializzazione da parte dell’ente pubblico, ma la diossina sarà rimasta lì! Sul terreno rimasto inquinato si potranno costruire case, fare parchi gioco per i bambini ecc.. Con le ulteriori modifiche apportate all’art.242 bis con il Decreto “Sporca Italia” nel passaggio in commissione gli enti pubblici non potranno neanche interloquire sui dati auto-certificati da parte dell’inquinatore, ad esempio chiedendo di ampliare l’elenco delle sostanze da cercare rispetto a quelle presentate. Una norma del genere in un settore in cui i costi per gli interventi di disinquinamento sono dell’ordine di centinaia di milioni di euro per ciascun sito, rende assolutamente allettante ogni tentativo di eludere le vere bonifiche. Ricordiamo che con l’Art.33 del Decreto il Modello “Mose” assurgerà a “sistema”, esteso potenzialmente ad ogni città del paese. La cavia, per ora, è Bagnoli. Qualsiasi area urbana potrà essere definita dal Consiglio dei Ministri “di interesse nazionale”. A quel punto verrà nomionato automaticamente un Commissario straordinario che potrà riscrivere qualsiasi regola per quel territorio, dalle destinazioni d’uso a nuove capacità edificatorie, passando per le norme sulle bonifiche (con la chicca che il Commissario potrà derogare ad una norma – l’Art.252 bis del D.lgs.152/2006 sulle bonifiche – introdotta soli sei mesi fa con il Decreto Destinazione Italia!).  Una volta stabilito il nuovo piano di interventi, il Consiglio dei Ministri sceglie un “soggetto attuatore unico” che provvederà a tutto, dall’uso dei fondi pubblici per eventuali bonifiche alle nuove costruzioni. Un vero e proprio “imbuto” dove in poche mani passeranno tutti gli interessi in gioco senza alcun bilanciamento di poteri. Non ricorda tanto lo schema magistrato delle Acque – Consorzio Venezia Nuova?  Auspichiamo per questo Decreto la decadenza, l’unico modo per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione di inquinamento che causa lutti e tragedie nel nostro, ormai ex, Belpaese. Campagna “Blocca lo Sblocca Italia”

Per informazioni: nosbloccaitalia@gmail.com .

escursioni WWF Montello – Piave

Comitato Montello Piave

 

 

PASSEGGIATE AUTUNNALI

PER CONOSCERE IL TERRITORIO

 

26  ottobre                  Valdobbiadene – Ron – tana della Volpe

Ritrovo al parcheggio del cimitero di Valdobbiadene alle ore 8.45

 

9  novembre               Venezia (itinerario da definire)

Ritrovo davanti alla stazione di Venezia alle ore 9.30

                           

23  novembre             Borgo di Collagù da Farra di Soligo

Ritrovo al parcheggio della biblioteca civica di Montebelluna alle ore 8.30

 

7  dicembre                Valdobbiadene – da Ron a Villanova

per Funer, Ponteggio e il Piave

Ritrovo al parcheggio del cimitero di Valdobbiadene alle ore 8.45

 

 

L’arrivo è previsto per le 12.30 -13.00. Possibilità di estendere l’escursione al pomeriggio.

Si consiglia un abbigliamento comodo con scarpe appropriate

In caso di pioggia la passeggiata verrà annullata.

 

  1. B. Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per eventuali danni a persone o cose. L’escursione è gratuita, ma è obbligatorio comunicare la propria partecipazione:

Casa Sartena – via Facin1 (PEEP Bertolini) – Montebelluna,

ogni mercoledì dalle ore 21.00.

Giuseppe Basso tel. 0423 609598 ore pasti

 

 

Se pensi che valga la pena di prendersi a cuore l’ambiente,

versa il tuo 5 per mille al WWF    Codice fiscale WWF 80078430586

Comunicato stampa: 15-16 ottobre in piazza a Roma contro lo Sblocca Italia.

Blocca lo Sblocca Italia”, difendi la tua terra! Partecipa alla campagna contro il decreto che distrugge il belpaese. Mercoledì 15 e giovedì 16 Ottobre (ore 10-14) a Roma (P.zza Montecitorio) due giorni di presidio di comitati e cittadini davanti al Parlamento.

Un attacco all’ambiente senza precedenti e definitivo: è il cosiddetto Decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi il 13 settembre scorso. Un provvedimento che condanna il Belpaese all’arretratezza di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili e concentrata in poche mani. È un vero e proprio assalto finale delle trivelle al mare che fa vivere milioni di persone con il turismo; alle colline dove l’agricoltura di qualità produce vino e olio venduti in tutto il mondo; addirittura alle montagne e ai paesaggi sopravvissuti a decenni di uso dissennato del territorio. Basti pensare che il Governo Renzi rilancia le attività petrolifere addirittura nel Golfo di Napoli e in quello di Salerno tra Ischia, Capri, Sorrento, Amalfi e la costiera Cilentana, dell’omonimo Parco Nazionale”. Si arriva al paradosso che le produzioni agricole di qualità, il nostro paesaggio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano inquinamento, compresi quelli per la produzione energetica da fonti rinnovabili quando realizzati in maniera responsabile e senza ulteriore consumo di territorio, non sono attività strategiche a norma di legge. Lo sono, invece, i pozzi e l’economia del petrolio che, oltre a costituire fonti di profitto per poche multinazionali, sono causa dei cambiamenti climatici e di un pesante inquinamento. Mentre il mondo intero sta cercando di affrancarsi da produzioni inquinanti, il Governo Renzi per i prossimi decenni intende avviare la nostra terra su un binario morto dell’economia. Eppure l’industria petrolifera non ha portato alcun vantaggio ai cittadini ma ha costituito solo un aggravamento delle condizioni sociali ed ambientali rispetto ad altre iniziative legate ad un’economia diffusa e meno invasiva. Nel Decreto la gestione dei rifiuti è affidata alle ciminiere degli inceneritori, mentre l’Italia dovrebbe puntare sulla necessaria riduzione dei rifiuti e all’economia del riciclo e del riutilizzo delle risorse. Tanti comuni italiani hanno raggiunto percentuali del 70-80% di raccolta differenziata coinvolgendo intere comunità di cittadini. Bruciare i rifiuti significa non solo immettere nell’ambiente pericolosissimi inquinanti producendo ceneri dannose alla salute e all’ambiente ma trasforma in un grande affare, concentrato in poche mani, quello che potrebbe essere una risorsa economica per molti. Le grandi opere con il loro insano e corrotto “ciclo del cemento” continuano ad essere il mantra per questo tipo di “sviluppo” mentre interi territori aspettano da anni il risanamento ambientale. Chi ha inquinato deve pagare. Servono però bonifiche reali, non affidate agli stessi inquinatori e realizzate con metodi ancora più inquinanti; l’esatto opposto delle recenti norme con cui si cerca di mettere la polvere tossica sotto al tappeto. Addirittura il “sistema Mose” diventa la regola, con commissari e “general contractor” che gestiranno grandi aree urbane in tutto il Paese, partendo da Bagnoli. Questo Decreto anticipa nei fatti le peggiori previsioni della modifica della Costituzione accentrando il potere in poche mani ed escludendo le comunità locali da qualsiasi forma di partecipazione alla gestione del loro territorio. Il provvedimento si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano complessivo di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la legge di stabilità. Riteniamo che il Parlamento debba far decadere le norme di questo Decreto chiarendo che le vere risorse strategiche del nostro paese sono il nostro sistema agro-ambientale con forme di economia diffusa, dal turismo consapevole all’agricoltura, dalle rinnovabili diffuse alle filiere del riciclo e del riutilizzo. Contrastare questo Decreto è un impegno affinché la bellezza del paese non sfiorisca definitivamente sacrificata sull’altare degli interessi di pochi petrolieri, cementificatori e affaristi dei rifiuti e delle bonifiche. COSA PUOI FARE DA CITTADINO, COMITATO O ASSOCIAZIONE?

PARTECIPARE AL PRESIDIO A ROMA a Piazza Montecitorio, un sit-in “a staffetta” tra cittadini che difenderanno la loro terra per i giorni: MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE, ore 10-14 GIOVEDI’ 16 OTTOBRE, ore 10-14.

INVIARE UN’EMAIL “BLOCCA LO “SBLOCCA-ITALIA” A PARTIRE DA MARTEDI’ 7 OTTOBRE ai parlamentari. Vai a questa pagina per tutte le informazioni.

VAI ALL’EVENTO FACEBOOK DEL PRESIDIO “BLOCCA LO SBLOCCA ITALIA”https://www.facebook.com/events/362293050598523/

PER ADESIONI DI ORGANIZZAZIONI E INFORMAZIONI: nosbloccaitalia@gmail.com.

nuovo incontro gast a Breda di Piave

25.10

comunicato stampa WWF Italia

WWF: CON LO SBLOCCA ITALIA SALDI DA FINE STAGIONE PER L’AMBIENTE “SCELTE INNOVATIVE PER L’ITALIA, NON DEROGHE PERICOLOSE”. Le valutazioni della Presidente del WWF Italia Donatella Bianchi.

Il decreto legge Sblocca Italia dà il via libera ai saldi di fine stagione per il territorio e le risorse del nostro Paese. Deroghe alla normativa ordinaria di tutela del paesaggio e dell’ambiente, mani sul territorio e sul demanio dei privati e dei concessionari autostradali, depotenziamento delle  procedure di valutazione ambientale, tutto sotto la regia del Governo centrale che emargina regioni, enti locali e cittadini grazie alla estensione della “strategicità” a intere categorie di interventi senza alcuna idea sulle priorità. Il WWF nelle sue osservazioni e proposte di emendamento inviate a suo tempo alla Camera stigmatizza i contenuti del decreto legge 133/2014. “L’Italia dovrebbe imparare a tutelare e valorizzare il proprio capitale naturale anziché dissiparlo in questa maniera. Con il decreto Sblocca Italia, si favoriscono i  soliti insostenibili interessi speculativi, tutto ciò è pericoloso e controproducente per il futuro Paese. Sulle scelte fondamentali servono proposte lungimiranti e innovative, che tengano conto della crescente sensibilità  ambientale dei cittadini” osserva la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi, che aggiunge: “Il WWF Italia propone:

per l’energia: definizione di una roadmap di de carbonizzazione che consenta di coprire il 100% del fabbisogno nazionale con fonti rinnovabili e punti sul risparmio e l’efficienza energetica;

per le infrastrutture: abbandono del Programma delle infrastrutture strategiche (che ha fatto triplicare i costi in 13 anni, da 125,8 miliardi di euro a 375, e quasi quadruplicare il numero delle opere, da 115 a 405) a favore di un piano per ammodernare e potenziare le infrastrutture di trasporto esistente e per la realizzazione di piccole e medie opere immediatamente cantierabili, e di un programma per il risanamento del territorio e per l’adattamento ai cambiamenti climatici”.

Il WWF ricorda i punti critici del decreto:

Valutazioni ambientali depotenziate – si va dalle norme che consentono al Commissario per l’AV/AC Napoli Bari di forzare i dissenso dei Ministeri dell’ambiente e dei beni culturali, all’estensione indiscriminata delle procedure accelerate autorizzative derivanti dalla legge Obiettivo a tutti gli inceneritori di rifiuti, gasdotti, rigassificatori, stoccaggi di gas, attività di ricerca, prospezione e stoccaggio sotterraneo di idrocarburi.

Tutto è “strategico” – senza alcuna indicazione di priorità si forza su incenerimento, gasdotti e piattaforme petrolifere a mare e a terra, con il dichiarato intento di mettere fuori gioco regioni, enti locali e cittadini, quando:

  1. a) l’Italia è il terzo Paese in Europa (dopo Francia e Germania) per numero di inceneritori e entro il 2025 l’Europa ha stabilito lo stop all’incenerimento dei rifiuti riciclabili,
  2. b) non indicare priorità su gasdotti e rigassificatori rischia di far scoppiare una bolla speculativa del gas;
  3. c) le riserve di idrocarburi in Italia sono scarse, il totale delle riserve certe di petrolio potrebbero coprire il fabbisogno nazionale solo per 13 mesi, mentre i danni ambientali a terra e a mare sono certi, a cominciare da quello che avverò in Basilicata che dovrebbe cedere 3/4 del proprio territorio alle “servitù petrolifere”.

Mano libera sul territorio – ai concessionari autostradali si permette di rinnovare senza gara i rapporti concessori con ANAS attraverso “l’unificazione di tratte interconnesse, contigue, ovvero tra loro complementari” ipotecando lo sviluppo territoriale e in parallelo si introducono forme di compensazione e di deroga alla pianificazione urbanistica, si costruisce un meccanismo per eludere il nulla osta delle Soprintendenze sulle autorizzazione paesaggistiche e si rendono disponibili i beni demaniali solo sulla base di una contrattazione in sede di “accordo di programma”. Il WWF osserva in conclusione che il cosiddetto decreto “Sblocca Italia” non è altro che la riproposizione di vecchie formule, che favoriscono antichi e nuovi appetiti che prescindono dalla sostenibilità ambientale che costituisce il futuro dell’economia.

appello Beati Costruttori di Pace

A tutte le persone che lavorano nei comitati, nelle associazioni e organizzazioni per l’ambiente. Scrivo per una proposta che  ritengo necessaria  se vogliamo contribuire insieme a un cambio di rotta reale rispetto al territorio e alle urgenze della Madre Terra. Qualcuno di voi mi ha sollecitato in questo senso. Siamo d’accordo che, nonostante alcune vicende giudiziarie molto importanti, non c’è stato un cambio di rotta, né di tendenza riguardo ai grandi progetti e alle regole per realizzarli? Nessuno dei responsabili politici e dei grandi investitori ha avuto il coraggio di riconoscere lo stato drammatico del pianeta rispetto ai cambiamenti climatici  in atto, all’inquinamento atmosferico  e degli oceani, al consumo di suolo.  Nessuno rinuncia ai progetti di crescita, ma crescita della produzione di anidride carbonica, della devastazione  del territorio, con il mattone e l’asfalto, con assoluta irresponsabilità, tutti protesi alla messa in sicurezza dei soldi, non delle persone, perché di fatto stanno aumentando le povertà, le disuguaglianze e la disoccupazione.
Saremo ancora ultimi e multati (come per le carceri) in Europa, ma dovremo presto tutti per necessità , proporci obiettivi diretti a ridurre la produzione di anidride carbonica, a sanare il sistema idrogeologico, non togliere più un solo metro quadro di suolo alla  coltivazione per recuperare autonomia  alimentare. Ci sono realtà straordinarie di resistenza alle opere di devastazione e di proposta per un’agricoltura diversa, che stanno operando su tutto il territorio veneto. Anche durante l’estate molti hanno continuato a lavorare ininterrottamente senza risparmiarsi per Venezia, per la Pedemontana, la Orte-Mestre, ospedali, verde pubblico, contro le proposte oscene di continuazione delle grandi opere. Ci troviamo un Ministro delle infrastrutture, fotocopia di tutti i precedenti, che continua imperterrito, senza badare a spese, a corruzione, a organizzazioni mafiose, con gli stessi attori di sempre. L’enorme lavoro dei comitati, delle organizzazioni e associazioni ambientali, che non trova attenzione e ascolto presso  le istituzioni preposte alle decisioni, non può fare conto nemmeno di una partecipazione continuativa dei cittadini. Si stanno restringendo di fatto i margini della democrazia, anche con chi si presentava sulla scena politica come giovane e nuovo. Stiamo assistendo alle solite manovre tra vertici partitici per dare una sistemazione concordata delle provincie senza possibilità di scelta per i cittadini;  anche per le prossime elezioni regionali sono partite le manovre con calcoli precisi sui consensi da ottenere da una popolazione impaurita dalla crisi e anestetizzata, molto sensibile ai propri interessi piuttosto che ai diritti e ai beni comuni, succube della pubblicità del miglior offerente. In compenso ci sono settori della società e della Chiesa che stanno ponendosi in posizione critica sia riguardo ai poveri che riguardo all’ambiente. Arrivo alla proposta.  Tutti lavoriamo e molto su tutto il territorio veneto. Siamo una miriade di realtà. Non abbiamo alternative alla informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione per allargare la coscienza critica, suscitare partecipazione responsabile rispetto alla complessiva realtà ambientale e alla non rappresentatività politica in merito.  Ci sono opere, contesti, iniziative che tutti condividiamo anche se nessuno può essere presente e partecipare ovunque. Sulle grandi opere, il consumo di suolo, nuove colate di cemento e asfalto, beni comuni, agricoltura biologica, lavoro diffuso e continuativo rivolto alla coltivazione, conservazione, restaurazione e messa in sicurezza del territorio, incentivare iniziative per la diminuzione dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, per il risparmio energetico, per il riciclaggio dei rifiuti, per le energie rinnovabili. Su questi obiettivi ci siamo tutti, pur avendo ognuno le sue specificità. Perché non puntare a una convention di due giorni per mettere a fuoco, nero su bianco, non un programma politico specifico per un partito per le prossime elezioni, ma

–          una serie di no per non continuare a distruggere l’ambiente

–          e una serie di sì per indicare orientamenti, obiettivi e proposte valide per tutti per conservare, custodire e valorizzare l’ambiente.

–          Per offrire a tutte le persone la possibilità reale di poter fare riferimento a comitati, gruppi, organizzazioni per conoscere, documentarsi e perché tutte le forze politiche siano interpellate e impegnate da una pressione forte di una società sempre più consapevole.

Potremmo da subito interessare organizzazioni ambiti istituzionali, categorie produttive e sociali sensibili e disponibili a collaborare. Così presentare e presentarci come una realtà politica con un’immagine pubblica  e diffusa, non solo locale, capaci di una visione globale non solo rivendicativa e parziale offrendo una alternativa praticabile e credibile. A me questa sembra la strada più efficace perché affronta lo scoglio elettorale, ma non solo, riguarda anche le prospettive di lungo corso.  La data che avrei individuato:  28-29 novembre (non troppo sotto Natale e il più presto possibile) a Padova, perché città abbastanza centrale. Naturalmente non è deciso niente.  E’ possibile una veloce verifica nel merito per partire subito con l’organizzazione? Un grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere tutto e buon e proficuo lavoro a tutti.

PS: Potete divulgare la proposta ai vostri circoli mail? Ciao, don Albino.

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spettacolo a Castelfranco Veneto

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