Chiediamo di NON procedere alla svendita o alienazione del demanio regionale (Cansiglio, Vallevecchia, Bosco Nordio, Valmontina, Giazza, Baldo….) ma di istituire per ognuna di queste aree, naturalisticamente importanti,
una Riserva Naturale Regionale, creando una rete di aree protette: non creare nuovi vincoli ma conservare quanto già esiste, senza diminuire il livello di protezione finora in atto: questo è il pericolo del momento attuale.
Si chiede inoltre che la Regione si attivi al fine di far riconoscere all’UNESCO il Cansiglio Riserva della Biosfera, come da noi proposto da molti anni… Hanno confermato la partecipazione il regista Carlo Alberto Pinelli, presidente di Mountain Wilderness, l’alpinista Kurt Diemberger e lo scrittore Paolo Rumiz.
9.30 Raduno al Passo della Crosetta (m. 1127) sulla strada provinciale 422 (da Vittorio V. e Fregona). Informazioni da parte diuno storico sulla confinazione della Foresta da parte della Repubblica di Venezia con cippi di pietra. La confinazione ( o con terminazione) circonda tutta la Foresta pubblica, proprio a partire dalla Crosetta; i cippi sono stati scoperti, segnalati e resi visibili e visitabili; in Friuli è stato creato un percorso di questi cippi storici.
10.00 Partenza lungo la strada e poi, prima del Ponte di Val Cappella, si prende a destra il sentiero naturalistico N, seguendo il tracciato medioevale della Strada del Patriarca, verso Camp della Mussa fino all’inizio dei Bech, dove si intercetta l’Anello del Pian Cansiglio e si tiene la destra (sentiero segnato con le lettere M, N, O), verso il Pian de
le Code.
Durante la prima parte del percorso Moreno Baccichet di Legambiente spiegherà la storia della Strada del Patriarca, strada medioevale aperta al transito commerciale senza pedaggio dal Patriarca di Aquileia per danneggiare Venezia che alle carovane in transito alla stretta di Serravalle ( attuale Vittorio veneto) faceva pagare il dazio ricavandone notevoli guadagni. Si passa per il Bus de la Lum e si scende alla strada sterrata di Val Palazzo, prendendo a destra. Dopo un centinaio di metri si svolta a sinistra seguendo l’indicazione Anello del Pian Cansiglio, fino alla strada sterrata dell’Archetton. Si gira a sinistra (area picnic) e si prosegue su strada asfaltata fino alla strada sp 422 (campo da golf, monumento ai partigiani)
12.00 arrivo e raduno presso l’area della ex base Nato per missili antimissile ed ex caserma Bianchin (dietro rifugio S. Osvaldo), ora bonificata e restituita all’uso civile (prati e parcheggi); luogo nel quale abbiamo lanciato per la prima volta la proposta di Cansiglio Patrimonio dell’Umanità UNESCO, quale Riserva della Biosfera
Pranzo al sacco e comunicazioni delle associazioni.
14.30 inizio del ritorno, seguendo la sp 422 fino al ristorante Capanna Genziana. Subito dopo si prende a sinistra l’indicazione Anello del Pian Cansiglio (sentiero M, N, O) verso Lama dei Negadi e i Bech, riprendendo il sentiero dell’andata e ritornando, dopo breve salita, nei pressi del Ponte di Val Cappella e nuovamente sulla strada asfaltata, ritornando alla Crosetta, punto di partenza.
Chi volesse prolungare il percorso del ritorno, può continuare lungo il sentiero dopo i Bech (Anello del Pian Cansiglio), fino a trovare sulla destra l’indicazione del sentiero O che sale in mezzo al bosco fino ad incontrare la strada forestale che dalla Crosetta porta alla Candaglia. Arrivati sulla strada forestale si tiene a destra fino ad arrivare alla Crosetta. Tale percorso prolunga il ritorno di circa un’ora. Alla partenza verrà fornita una mappa dei percorsi.
Per informazioni: Ecoistituto del Veneto Alex Langer da lunedì a venerdì dalle 17 alle 18 – tel.: 041.935666 – mail: micheleboato@tin.it, Toio de Savorgnani 346-6139393.
Perché torniamo in Pian Cansiglio – di Toio de Savorgnani di Mountain Wilderness e Michele Boato di Ecoistituto del Veneto Alex Langer.
Abbiamo iniziato a ritrovarci nel 1988, ormai 27 anni fa, quando sembrava imminente il taglio del bosco, la realizzazione della prima pista e poi del primo impianto di collegamento tra il Pian Cavallo e il Cansiglio veneto, ancora integro.
Da allora non ci siamo dati appuntamento solo a Casera e Forcella Palantina, ma anche in altri luoghi in pericolo, da cui lanciare un messaggio forte: per più anni sulla cima del monte Pizzoc, dove i ruderi della base militare rischiavano di trasformarsi in alberghi e piste da sci.
Anche in Pian Cansiglio abbiamo camminato per più anni, per chiedere che la base militare in dismissione non venisse trasformata in un luna-park pseudo sportivo e proprio davanti a quei cancelli, per la prima volta abbiamo fatto la proposta che il Cansiglio diventi Patrimonio dell’Umanità-Unesco come Riserva della Biosfera.
In momenti particolari, abbiamo organizzato più di un incontro annuale, come sul Pizzoc, perchè un paesaggio così integro ed un passo di uccelli migratori tra i più importanti d’Europa non venisse rovinato da una selva di pale eoliche.
Quest’anno appuntamento al Passo Crocetta.
Per il 2015 la proposta è tornare in Pian Cansiglio, partendo dal passo della Crosetta, porta dell’altipiano tra Veneto e Friuli, per esprimere fortissima preoccupazione per l’Antica Foresta, ma anche per le altre aree del demanio regionale.
Il presidente Zaia ha annunciato che la vendita di molte proprietà regionali partirà dal Cansiglio, con l’albergo S. Marco, ma temiamo che sarebbe solo la prima di una lunga serie di vendite per far cassa o di cessioni per accontentare vari Comuni sempre più pressanti.
Infatti la Regione ha istituito per il Cansiglio, prima delle elezioni, un “tavolo di concertazione” con i Comuni. In teoria poteva essere l’inizio di un coinvolgimento positivo delle comunità locali, ma si sta trasformando in un boomerang con il rischio di uno stravolgimento inaccettabile: non un supporto alla crescita delle comunità locali, ma svendita al miglior offerente.
A breve, potrebbero essere in pericolo Valle Vecchia – la Brussa (che il decaduto Galan aveva tentato di devastare, con un porto turistico di lusso), Valmontina, la Foresta di Giazza, le Riserve del Monte Baldo, il Monte Cesen, ecc.: quasi 20.000 ettari di demanio regionale fatto di aree di grande valore naturalistico per la maggior parte tutelate, almeno fin qui, come aree SIC e ZPS di Rete Natura 2000.
La nostra proposta è che su ognuna delle aree si costituisca una Riserva Naturale, creando così una rete di aree protette da affiancare ai Parchi Regionali, senza nuovi carrozzoni nè costosi apparati, con personale regionale già esistente. Non si tratta di “imbalsamare” i territori ma di creare una pluralità di occasioni dove sperimentare la convivenza di economia e tutela.
Siamo ad un bivio: lo smembramento e il rischio della perdita di un bene comune (i demani naturalistici regionali) di grande valore, o l’inizio di un nuovo percorso: come si muoverà la Regione? Le associazioni ambientaliste non staranno a guardare, saremo presenti e vigili.
Impianto eolico sul Monte Pizzoc.
Da anni si parla di impianto eolico sul Pizzoc proposto dal comune di Fregona, anche se non si è mai visto un progetto o dati tecnici sul tipo di pale e loro dimensioni. Si parlava (senza documenti scritti) di 5 o 6 pale iniziali, per poi aumentarne il numero. Per un paio d’anni avevamo organizzato manifestazioni, nel periodo in cui era stato installato un anemometro per valutare la quantità di vento sulle creste: il risultato divulgato quest’anno è che non c’è vento sufficiente, con grande soddisfazione di chi, come noi, sperava nel totale abbandono di questo progetto devastante, sia per il paesaggio che per gli uccelli migratori. Invece arriva la notizia (solo comunicati stampa, senza progetti o dati tecnici) che il Comune valuterà la possibilità di installare, al posto di un unico grande impianto, due impianti più piccoli. La sostanza non cambia.
Non si può invocare la produzione di “energia pulita”: se si danneggia un alto valore paesaggistico o naturalistico, l’energia pulita diventa “sporca”; va prodotta altrove, nei posti giusti.