Dati del fenomeno vigneti (da AVEPA) nei 5 comuni del Montello.
Dal 2010 al 2015 l’aumento della superficie vitata è stato :
Giavera 27%
Volpago 30%
Montebelluna 39%
Crocetta 44%
Nervesa 66%
I dati si riferiscono ai comuni interi, non specificatamente alla loro porzione montelliana, che crediamo non solo rispecchi la percentuale riscontrata, ma anche la esalti.
L’espansione dei vigneti è così invasiva che viene percepita da qualsiasi osservatore in quanto ha stravolto il tipico paesaggio montelliano e ne è allarmata la stessa Soprintendenza ai Beni Ambientali (detto dal responsabile dell’Ufficio Tecnico di Volpago).
Il colle del Montello è soggetto a Vincolo paesaggistico ex lege 1497 del 1939.
Osservazioni
1.Il M. è Sito di Importanza Comunitaria secondo la Direttiva Europea Habitat, recepita con DPR n.357 del 1997 e con DPR n.120 del 2003.
Sono presenti i seguenti Habitat di interesse comunitario:
6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine;
7220*Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino;
8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico;
91L0 Querceti di rovere illirici;
9260 Boschi di castagno.
Sono presenti le seguenti specie inserite nell’All. II DIR europea Habitat (Specie Animali e Vegetali d’interesse Comunitario la cui Conservazione richiede la Designazione di Zone Speciali di Conservazione):
4 specie di mammiferi – pipistrelli – Rhinolophus ferrumequinum (Ferro di cavallo maggiore), Miniopterus schreibersi (Miniottero), Myotis myotis (Vespertilio maggiore), Rhinolophus hipposideros (Ferro di cavallo minore).
3 specie di anfibi – Triturus carnifex (Tritone crestato italiano), Bombina variegata (Ululone dal ventre giallo), Rana latastei (Rana di Lataste).
2 specie di insetti – Lucanus cervus (Cervo volante), Osmoderma eremita ( Eremita odoroso).
Sono presenti le seguenti specie di uccelli inserite nell’All. I della DIR europea Uccelli 2009/147/CE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici;
Pernis apivorus (Falco pecchiaiolo),
Circaetus gallicus (Biancone)
Crex crex (Re di quaglie)
Bubo bubo (Gufo reale)
Caprimulgus europaeus (Succiacapre)
2 Caratteristiche fisiche
Il territorio del M. è caratterizzato da un accentuato fenomeno carsico, uno dei più rilevanti a livello europeo, che si traduce in una superficie articolata in numerose concavità e una struttura interna a gruviera. L’acqua superficiale è molto scarsa, in quanto la discesa in profondità dell’acqua piovana è pressochè immediata, favorità appunto dalla struttura descritta.
Gli stagni e le sorgentelle sono rari e di piccole dimensioni, ma vitali per l’abbeveramento degli animali, per la riproduzione degli anfibi e per l’equilibrio degli ecosistemi.
- Nella costruzione dei vigneti sono effettuati scavi profondi con sconvolgimento della geomorfologia: i rilievi vengono spianati e le cavità riempite, il paesaggio stravolto, la tessitura del terreno modificata, con conseguente aumento dii erosione e smottamenti.
Le pozze e le aree umide, tanto rare quanto preziose, vengono eliminate.
- Vigneti al posto del bosco
Il M. ha una storia particolare: da foresta demaniale della Repubblica di Venezia e quindi dello Stato Italiano, è stato sdemanializzato con la Legge Bertolini nel 1892, quindi completamente raso al suolo e ridotto a coltivazione. Dopo pochi anni è stato devastato dalla guerra, che ha costretto molti coloni all’emigrazione all’estero, successivamente si è ripopolato lentamente con nuovi abitanti dediti all’agricoltura. Un’agricoltura non intensiva, a carattere di sussistenza. Il bosco ha potuto riprendersi ampi spazi, soprattutto a Robinia, dando origine ad un paesaggio caratteristico: un mosaico di bosco e prati, con seminativi e vigneti di piccola taglia.
La Deliberazione della Giunta Regionale n. 1319 del 23 luglio 2013 permette in certe condizioni la trasformazione del bosco in coltura.
Dimostrando che in passato l’area attualmente a bosco aveva un uso agricolo (non certo confrontabile con lo sfruttamento agricolo-industriale che si fa attualmente), il bosco viene abbattuto per essere coltivato a vigneto.
All’ombra del bosco si trovano però gli ambienti umidi adatti alla riproduzione degli anfibi tutelati.
- Vigneti al posto dei prati
I prati stanno sparendo. Prassi ormai consolidata è trasformare i prati in seminativo, breve tappa intermedia per raggiungere la meta: il vigneto.
Ci stiamo accorgendo che sono sparite aree di Habitat tutelato n. 6510 Praterie magre da fieno.
- Vigneti in fase di esercizio
I vigneti, ampiamente trattati con prodotti chimici, rilasciano inquinanti che per effetto della struttura carsica sopra descritta precipitano in falda in brevissimo tempo senza incontrare alcun filtro.
Le aree umide sfuggite alla distruzione in fase di allestimento del vigneto vengono avvelenate per ruscellamento e/o percolazione.
Si veda a questo proposito il Rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) 2016 sullo stato dell’acqua in Italia, che ha riscontrato una contaminazione da pesticidi relativa al 63% delle acque di superficie (con un aumento del 20% rispetto al precedente rapporto) e al 32% delle falde sotterranee (con un aumento del 10%).
- Sensibilità di Habitat e specie di interesse comunitario ai pesticidi
Il rapporto ISPRA 216/2015 Valutazione dei rischi potenziali dei prodotti fitosanitari nelle Aree Natura 2000 ha verificato l’impatto subito da habitat e specie di interesse comunitario rispetto ad una lunga lista di pesticidi.
Ne riportiamo alcuni esempi.
I Querceti subiscono un impatto molto elevato da insetticidi, un impatto elevato da funghicidi.
I Castagneti subiscono un impatto elevato sia da Insetticidi che da Funghicidi.
Le 4 specie di pipistrelli, annoverate nell’All 2 della DIR Habitat presenti sul M., sono particolarmente sensibili agli insetticidi (punteggio di sensibilità 3 su 4 ), gli anfibi con in testa l’Ululone dal ventre giallo ha punteggio di sensibilità 3 su 4 rispetto a tutte le categorie di pesticidi (ovvero insetticidi, funghicidi, erbicidi e altri), identica situazione per Rana di Lataste.
Da rilevare che gli anfibi risentono dell’inquinamento sia dell’ambiente acquatico dove nascono e vivono (se riescono) la prima fase di vita, sia dell’ambiente aereo. Di fatto le popolazioni di Ululone e anche di Rana di lataste ????? negli ultimi anni risultano drammaticamente ridotte.
Sensibiità degli uccelli ai pesticidi:
Falco pecchiaiolo punteggio 2 su 5,
Biancone, Re di quaglie, Gufo reale, Succiacapre punteggio 4 su 5.
- 6. Diserbanti
E’ ormai indubbio che i pesticidi hanno un alto impatto sulla salute umana. La diatriba in atto a livello mondiale (OMS) e europeo (EFSA) sul diserbante glifosato si è fissata sulla sua cancerogenicità, tralasciando dati ormai acquisiti e incontrovertibili sui suoi innumerevoli effetti tossici e l’azione perturbatrice a livello delle ghiandole endocrine.
Il glifosato viene abbondantemente usato nei vigneti e secondo il rapporto ISPRA citato sopra ha ripercussioni su tutti gli habitat presenti sul M.:
sui Querceti, per il genere Quercus,
Castagneti per i generi Ranunculus, Quercus, Fraxinus, Euphorbia e per la famiglia Pteridophytae, Sorgenti pietrificanti per il genere Juncus e famiglia Pteridophytae,
Praterie magre da fieno per i generi Bromus, Bromopsis, Centaurea, Crepis,
Grotte non ancora…. per la famiglia Pteridophytae.
Il diserbo causa una generale riduzione di numero di specie floristiche e sostituzione di parte delle specie autoctone con nuove specie. Nell’ipotesi che queste ultime siano specie bottinate, i successivi trattamenti anticrittogamici rendono tutta la flora, autoctona o meno, veicolo di sostanze tossiche per insetti impollinatori (tra cui le api) e persone.
- Strumenti di tutela:
- a) Valutazione di Incidenza
I comuni montelliani non portano generalmente a termine l’istruttoria per formulare la Valutazione d’Incidenza. L’iter si arresta alla fase di Studio di Incidenza, che viene semplicemente incamerato dagli uffici comunali; il solo fatto della sua presentazione rende l’opera approvabile.
Unicamente a danno avvenuto ci si può accorgere dell’inadeguatezza dello Studio (vedi Nervesa – sparizione di area umida, sito riproduttivo di Rana di Lataste, per costruzione vigneto).
- b) I comuni montelliani non hanno ancora regolamentato l’uso dei pestidi secondo il DM 22 genn 2014 – Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi, che prevede misure restrittive per le aree protette e i Siti Natura 2000.
Inoltre non risulta sia ancora stata fatta alcuna opera di informazione e sensibilizzazione della popolazione, come previsto dal decreto, mancano il controllo e la prescrizione di sanzioni per le eventuali infrazioni.
- c) Sul M. vige la sorveglianza da parte del Corpo Forestale dello Stato. Abbiamo verificato molto recentemente (24 maggio scorso), in occasione di nostra denuncia per un prato Habitat 6510 trasformato in seminativo, che il CFS di Volpago non possiede la mappa degli habitat tutelati del M. redatta dalla Regione.
- d) Abbruciamento di residui agricoli
La DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 122 del 10 febbraio 2015
Indicazioni inerenti la combustione dei residui vegetali agricoli e forestali in attuazione dell’art. 182 comma 6 bis del D.Lgs 152/20 –è stata interpretata in maniera opposta dai comuni di Giavera e di Montebelluna.
Comune di Montebelluna – Ordin. 219 – ARIA: MISURE PER IL CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA – ANNO 2015 E 2016 …..E’ pertanto vietata la combustione dei residui vegetali nel periodo dal 1° ottobre al 31 marzo (semestre invernale);
Comune di Giavera del Montello – REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA RURALE 1^ variazione approvata con delibera del Consiglio Comunale n° 28 del 30 novembre 2015 in vigore dal 26 dicembre 2015
E’ possibile bruciare tralci di viti e potature di piante da frutto in genere …..omissis…… Nel solo periodo dal 1 gennaio al 31 marzo.
Il M. dovrebbe essere assoggettato ad un regolamento omogeneo, che vieta l’abbruciamento dei residui agricoli.
Conclusioni
Riteniamo che
- per la conformazione geomorfologica del colle M.
- per lo stravolgimento del paesaggio …….
- per l’estensione della superficie ormai convertita a vigneti
- per le modalità di conduzione degli stessi
- per la presenza di habitat e specie animali, presenti nell’ All II della DIR europea Habitat e nell’All. I della DIR europea Uccelli, particolarmente sensibili ai pesticidi
- per l’inadeguatezza degli strumenti di tutela
il SIC Montello sia in grave pericolo.
Chiediamo che sia arrestata la corsa alla vignetizzazione del colle e i vigneti esistenti siano condotti con modalità biologica.
Copia di questo documento sarà inviato.a …
Bombina variegata è sensibile a Imidacloprid (neocotinoide) – I ; Maneb 80, Agroxone 5, piretroidi nella pubbl FERA; Anti-AchE, organofosfati e carbamate pesticides; Atrazina e Carbaril; endusulfan, lindane, aldicabrin, dieldrin; DDE; gliphosate Roundup, Relyea, Glyphos combinato con un coadiuvante specifico (Cosmo flux), Matacil, (aminocarb), Dieldrin, DDT, e malathion; TFM (3- trifluoromethyl-4-nitrophenol).
Rana latastei è sensibile a Imidacloprid (neocotinoide) – I ; Atrazina, Carbaryl, endusulfan, lindane, aldicabrin,dieldrin; DDE; organifosfati; Anti Ache; glifosato Roundup, Relyea, Glyphosate combinato con un coadiuvante specifico (Cosmo flux), Matacil, (aminocarb), Dieldrin, DDT, e malathion; TFM (3-trifluoromethyl -4-nitrophenol) .
Pipistrelli ipistrelliRhinolophus ferrumequinum Metamidofos e Filitox (organofosfati); fenitrothion
Miniopterus schreibersii Metamidofos e Filitox (organofosfati); fenitrothion
Myotis Myotis Metamidofos e Filitox (organofosfati); fenitrothion
insettidi e altro ICiao a tutti, concordo con Alessandra, ma tralasciare il ruolo importante dell’impollinazione per mezzo degli insetti, tra i quali le api, sarebbe come tralasciare un pezzo molto importante del puzle. Girerei il discorso dando importanza non tanto al risvolto economico della produzione di miele, ma al fatto che l’impollinazione è prima di tutto un fondamentale servizio ecosistemico ch emantiene vitale l’ecosistema e per questo (come conseguenza) produttivo anche in termini economici. Nella produzione di questo servizio le api giocano un ruolo non certo trascurabile. Sarebbe importante far notare anche il fatto che il diserbo causa una generale riduzione di numero di specie floristiche e sostituzione di parte delle specie autoctone con le neofite. Questo è un dato generalizzabile e valevole in tutti i casi di diserbo. Nell’ipotesi che le neofite siano specie bottinate, i successivi trattamenti anticrittogamici rendono tutta la flora, autoctona o meno, veicolo di sostanze tossiche per insetti impollinatori (tra cui le api) e persone.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...