Archivi del mese: febbraio 2019

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aspetti naturalistici fiumi risorgiva trevigiani

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sabato 23 febbraio a Venezia – Siamo ancora in tempo

Sabato 23 febbraio i comitati veneti, i gruppi le associazioni e i singoli che si stanno mobilitando per la giustizia climatica e contro le grandi opere inutili e imposte, organizzano una giornata in Campo Santa Margherita a Venezia. Una giornata di festa e di denuncia. Infatti vogliamo condividere con quanti più possibile il nostro piano, la nostra Piattaforma di rivendicazioni verso la Regione Veneto, frutto del lavoro comune di tutti noi. Ci siamo messi in cammino proprio a partire da Venezia lo scorso settembre 2018 con una grande assemblea che ha lanciato un percorso nazionale che vedrà tanti scendere in piazza il prossimo 23 marzo 2019 per una marcia climatica e contro le grandi opere. Per coloro che da anni in Veneto reclamano giustizia ambientale e sociale il 23 febbraio è un’occasione per stare insieme, far vedere cosa significa per noi dire che SIAMO ANCORA IN TEMPO per cambiare questo sistema marcio e corrotto, e non il clima, Vogliamo dire a gran voce quali sono le responsabilità della Regione Veneto, di Zaia, della Lega e del sistema Galan… Vogliamo anche essere parte dello spirito carnevalesco che si respirerà quei giorni a Venezia! Insomma… state connessi e aspettate tutti gli aggiornamenti su allestimenti, musica, spettacoli e cibo che ci saranno il 23 febbraio! Una tappa verso la giornata internazionale Climate Strike del 15 marzo e della manifestazione a Roma indetta per il 23 marzo.

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GC TV – feb. 2019

“Salvate i prati stabili, non cancellateli”.

 A chiederlo le associazioni ambientaliste alla luce del nuovo Pati per il Montello.

http://www.oggitreviso.it/%E2%80%9Csalvate-prati-stabili-non-cancellateli%E2%80%9D-202779

  (Foto Gruppo Bosco Montello).

MONTEBELLUNA – Massima tutela per i prati stabili del Montello. A richiederla Amici Bosco Montello, Wwf, Sos Anfibi e Lagambiente, alla luce della notizia della riunione tra sindaci della zona di questi giorni in cui si sono gettate le basi per mettere a punto un nuovo Pati – Piano intercomunale per la pianificazione urbanistica – dell’area del Montello. “Non è ammissibile parlare di conservazione degli ecosistemi e nello stesso momento instillare la volontà di cancellare i prati stabili del Montello in quanto, essi stessi, sono degli ecosistemi realmente esistenti e non semplici ‘concetti’ – spiegano le associazioni ambientaliste su Facebook -. Censiti per la prima volta da Rete Natura 2000 nell’anno 2008, in conformità al relativo manuale europeo (e successive integrazioni contestualizzate al territorio italiano) che ne elenca le specie guida identificative, gli Habitat risultano tutelati ai sensi della direttiva Europea CEE/92/43. A smentire illazioni non suffragate da dati, è stato recentemente pubblicato dalla fondazione del Museo Civico di Rovereto uno studio scientifico dettagliato sui prati del Montello, che non solo ha confermato l’esistenza delle praterie magre da fieno a bassa altitudine 6510 (Alopecurus pratensis e Sanguisorba officinalis), ma ne evidenzia l’originalità floristica che rende questi prati particolari emergenze dal punto di vista conservazionistico. Tale eccellenza floristica è dovuta essenzialmente a due fattori: le caratteristiche del suolo del Montello, che è tra i più antichi del Veneto e a connotazione prettamente acida, e la tradizione agricola locale. Concettualmente possiamo affermare che questi prati narrano la storia ‘unica’ di questi luoghi”.

“Gli enti pubblici si accingono invece a sostituire uno strumento urbanistico inefficace e ambiguo, qual è il Piano d’Area, con un nuovo piano che già in partenza fa trasparire l’intenzione di distorcere, se non di occultare, una direttiva europea, lasciando trasparire, in questo modo, che lo strumento serva a tutelare in primis gli interessi economici, con tratti speculativi, che peraltro riguardano una netta minoranza della comunità montelliana – viene spiegato ancora -. Certamente sono scomodi gli obiettivi europei di tutela e valorizzazione della biodiversità, ma l’alternativa è distruggere un bene senza neppure la volontà di conoscerlo”.