Archivi del mese: aprile 2020

atto vandalico

Associazione Cason De Pometo – 26 aprile 2020

VILE E VERGOGNOSO ATTO CONTRO LA NOSTRA COMUNITÁ. Purtroppo il coronavirus ha fatto danni irreversibili al cervello di qualche Resanese, che ha avuto il coraggio di fare un vergognoso e vile atto non solo contro l’Associazione Cason de Pometo e il Comitato Acque Risorgive, ma anche contro le Istituzioni e tutti i cittadini di buon senso del Comune di Resana. Questi incivili cittadini, sabato 18 Aprile o domenica 19 Aprile (di notte), hanno tagliato con il cutter (vedi foto) il manifesto in pvc da gr. 500, di base m. 7,00 x m 1,34 di altezza, che da quasi 5 anni indica dove saranno ripristinate le sorgenti del Dese (vedi foto), come da 4 delibere del Consiglio Comunale, compresa l’ultima delibera del 21/10/2017. Dopo quasi 5 anni dall’installazione e mantenimento del manifesto in pvc durante molte situazioni meteoriche critiche (mai rotto), sappiamo perfettamente cosa è uno strappo per un vento forte e cosa è un taglio da cutter (vedi 3 foto). Era ben visibile da Via Castellana ed era un richiamo per le Istituzioni e i cittadini non solo di Resana, ma di tutto il Veneto, per le sorgenti del Dese, di cui era già stato ampiamente deliberato il loro ripristino. In mancanza di fondi da parte dell’Amministrazione Comunale, avevamo preso accordi, all’inizio dell’Anno 2020, per l’istituzione del “Comitato Acque Risorgive” che poteva partecipare, assieme al comune e ad altri enti preposti, a un progetto per il reperimento di risorse in ambito Comunità Europea (come ad esempio il progetto delle sorgenti del Bacchiglione e quelle del Comune di Bressanvido già visitate con l’Ufficio Tecnico di Resana).

QUINDICI ANNI DI IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÁ. Dopo 15 anni esatti di impegno della nostra Associazione e di altre nostre partner, dei cittadini simpatizzanti e delle varie Amministrazioni Comunali su molti progetti (8 passeggiate naturalistiche/culturali, molti incontri culturali con i cittadini sulla sostenibilità ambientale, visite guidate ai luoghi naturalistici più belli del comune, rustici, ville , laghetti, casone di Pometo, raccolte ecologiche, libretto e piantina “Riscoprire Resana”, “Storia, ripristino, riqualificazione delle sorgenti del Dese, ecc. ecc) e su questo progetto in paticolare, denominato dal 2014 “ADOTTA UN FIUME”, (60 segnaletiche ambientali, ricerca storica per le bacheche, incontri per la condivione con i cittadini)…. non crediamo sia questo il modo di ripagarle dei loro tanti sforzi, sacrifici e investimenti per i cittadini del nostro Comune che guardano ad un futuro più sostenibile per i loro figli. È arrivato il momento quindi di chiedere a tutti i cittadini che amano concretamente il proprio paese e in particolare i nostri “beni comunni”, DI CONDANNARE SENZA SE E SENZA MA, QUESTO ATTO VILE E VERGOGNOSO, perpretato contro Associazioni, Istituzioni e cittadini che si impegnano ogni giorno per migliorare la qualità della vita dei cittadini e lottano per un nostro importante Bene Comune: le sorgenti del Dese. Grazie della vostra attenzione.

Ass. Cason de Pometo e Comitato Acque Risorgive

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comunicato stampa Comitato No Pedemontana Treviso

LA REGIONE USI I SOLDI PER IL BISOGNO SOCIALE, NON PER LA PEDEMONTANA 

La crisi sociale ed economica investe anche il Veneto. Non siamo esenti dal pagare il conto della pandemia.

Non lo sono, in particolare, molte persone in difficoltà; malate, disoccupate, lavoratrici precarie e atipiche, inquiline, cassintegrate, pensionate sole. E’ prioritario un intervento sociale a diretto sostegno delle persone in stato di povertà e di bisogno a cui va erogato un reddito per vivere dignitosamente. Così come sarà fondamentale un intervento per ripartire con un passo diverso, rivolto a ciò che dà lavoro realmente necessario alla società. E’ assolutamente necessario e urgente un intervento che aumenti e migliori il servizio sanitario pubblico, diagnostico e di cura. E’ assolutamente necessario e urgente il recupero dei 5600 appartamenti pubblici sfitti in Veneto, per metterli a disposizione delle persone in difficoltà (non per venderli!). E’ assolutamente necessario e urgente un piano di tutela dal dissesto idrogeologico e di bonifica dei danni fatti in decenni di produzioni nocive; Porto Marghera e Pfas su tutte.  Il Comitato No Pedemontana è dalla parte di queste persone e di queste istanze, sociali, ambientali ed economiche. Meritano la priorità nell’azione politica e programmatoria in Veneto. Sono queste le misure da mettere nella colonna con il segno + ; esse creano inoltre molta più occupazione rispetto alle grandi opere. I soldi ci sono, e ancora una volta, con grandissime ulteriori motivazioni dettate dalla fase drammatica, chiediamo di abbandonare la realizzazione della Pedemontana. A prescindere dallo stato di avanzamento; vi è ancora, tra l’altro, la possibilità di ricollegare l’opera alla viabilità esistente e ferroviaria. L’inutilità certificata dalla Corte dei Conti con la stima di un transito di soli 15.000 veicoli al giorno è a maggior ragione avvalorata da una probabile ulteriore diminuzione. Rimane il danno ambientale delle migliaia di pozzi in falda e del passaggio a fianco al deposito gas di Bassano, del consumo di suolo e dei siti ambientali protetti che vengono pregiudicati. Ma oggi, rispetto alle numerose motivazioni che le istituzioni hanno fatto finta di non capire per anni, il discorso è molto più semplice. I 15,6 miliardi (più opere complementari), spettano ad altre questioni fondamentali. Va dato tutto il nostro sostegno e la nostra comunanza di intenti alle fasce sociali in difficoltà; ci appelliamo ad altri comitati ambientali per produrre insieme una saldatura con il bisogno sociale. Il segno meno, ora più che mai, va messo alle grandi opere e al sistema balordo che le propina.